SITUAZIONE
Turno 1122, 1 gennaio del ’45 e report generale per l’anno 1944. Completata l’occupazione della Nuova Guinea agli Americani si prospettavano due opzioni per proseguire nell’avvicinamento al Giappone: l’assalto alle Marianne (Guam e Tinian), che avrebbe portato al definitivo isolamento di Truk, o il ritorno nelle Filippine (Mindanao), che avrebbe invece permesso l’isolamento di tutti i possedimenti nemici nelle Indie Olandesi. La scelta è ricaduta sulle Filippine e negli ultimi giorni del ’44 gli Americani si sono spinti fino al porto di Davao. Buoni risultati anche per gli Inglesi: portano a compimento l’occupazione della Birmania e mettono in piedi, sfruttando le potenzialità del porto di Rangoon, un poderoso piano di invio di rifornimenti in Cina. Intanto nel Pacifico… 29 dicembre del ’44, una gigantesca battaglia tra portaerei infiamma i cieli delle Marianne.
I numeri verdi sulla mappa evidenziano i nuovi progressi degli Alleati. Punto 1 verde, Caroline, Molucche e Filippine. Nei 4 mesi trascorsi dall’ultimo report (turno 985, agosto ’44) le forze americane occupano le Molucche (Ternate) e portano a compimento la conquista delle Caroline (Peleliu e Babeldaob, dopo che in estate erano state occupate Woleai, Ulithi e Yap). Le Filippine sono ormai ad un passo, già sotto il raggio dei bombardieri americani, e prenderne possesso è di fondamentale importanza: darebbe alle forze americane la possibilità di isolare tutti i possedimenti nipponici nelle Indie Olandesi, senza peraltro dover procedere alla loro effettiva conquista. Ma di questo ne sono ben consapevoli anche i Giapponesi. L’obiettivo scelto per il ritorno degli Americani nelle Filippine è Davao, sull’isola di Mindanao. La base, difesa da pochi uomini, viene occupata dai Marines, ma scatena la reazione del nemico che invia in zona 2 portaerei di linea e 2 portaerei leggere; gli aerei decollati dalle 4 navi, insieme a quelli di base nelle Filippine, creano disordine tra le unità anfibie e solo l’intervento delle portaerei americane salva la situazione. Risultato: 2 portaerei di scorta americane devono abbandonare le rispettive formazioni per tentare un rientro a Manus, tre trasporti LST affondano e una portaerei giapponese viene distrutta. Ma non è finita. I ricognitori riportano che numerose unità nemiche si stanno raggruppando nelle Marianne per lanciare un nuovo attacco presso Davao. E’ necessario anticipare la mossa, sono troppe le navi da trasporto ancora impegnate nelle operazioni di sbarco e si rischia di vedere annientata la testa di ponte dei Marines. Le portaerei americane approcciano Tinian, nelle Marianne, è il 29 dicembre. La battaglia che ne scaturisce è quanto di più caotico possa offrire il gioco. Per due interi giorni le flotte avversarie si scambiano attacchi aerei a distanza, via via sempre più incisivi, con centinaia di velivoli coinvolti. Il risultato: gli Americani perdono 3 portaerei e 1 portaerei leggera (CV Wasp, CV Ticonderoga, CV Randolph, CVL San Jacinto), i Giapponesi 1 portaerei e 2 portaerei leggere (CV Shiyo, CVL Ryujo, CVL Hokkaido). Molte le unità di entrambi gli schieramenti che rientrano alle rispettive basi con danni più o meno gravi. Lo scontro è nettamente a favore dei Giapponesi, che tra l’altro perdono anche meno aerei. L’intervento di un sommergibile americano che silura e affonda la già danneggiata portaerei CV Amagi aggiusta un po’ il parziale.
Punto 2 verde, la Birmania. Dopo la vittoriosa offensiva d’estate che li ha portati fino a Rangoon, gli Inglesi marciano spediti verso Mandalay per liberare la Birmania dalle truppe nemiche. L’obiettivo in realtà è la città di Lashio, perchè è da lì che transita l’unica strada utile per portare rifornimenti in Cina. E’ una marcia difficile quella degli Inglesi: il nemico, consapevole che non esistono vie per ritirarsi in Tailandia o in Indocina, si batte palmo a palmo sul territorio, e si barrica in ogni città, piccola o grande che sia. Mandalay viene raggiunta e occupata solo a fine settembre, quasi un altro mese è necessario per raggiungere Lashio, e quasi altri due per raggiungere Myitkyina. Ai primi di dicembre gli inglesi possono finalmente decretare la totale liberazione della Birmania. L’operazione volta a consegnare i rifornimenti alla Cina, rimasta isolata dall’inizio del ’42 proprio in seguito all’occupazione giapponese della Birmania, può finalmente prendere il via: questa operazione prevede l’afflusso di grandi quantità di rifornimenti nel porto di Rangoon, così poi da poterli trasportare in Cina attraverso la strada di Lashio. I risultati sono ottimi, ma i Giapponesi, incuranti delle perdite aeree dovute al fatto che non hanno più il controllo dei cieli sopra la Birmania, sferrano continui attacchi alle navi da carico in transito. A dicembre gli Inglesi, intorno a Rangoon, contano 11 trasporti affondati e altrettanti seriamente danneggiati. L’operazione non può comunque che proseguire.
REPORT 1944
Report riassuntivo del 1944. Nel report riassuntivo del ’43, a fronte delle tante vittoriose offensive alleate, si diceva che la guerra non era finita, perchè il Giappone era ancora forte e con una marina sostanzialmente intatta. In questo fine ’44 la situazione è diversa. Le offensive alleate non hanno sottratto al Giappone territori periferici e poco importanti, come nel ’43, ma zone strategicamente vitali per l’economia di guerra (i pozzi petroliferi in Birmania, e quelli nelle Indie Olandesi, dai quali, vista la nuova posizione americana a Mindanao, non sarà affatto facile trasportare petrolio in Giappone). La marina nipponica, pur rimanendo nascosta come nel ’43, è falcidiata dagli attacchi dei sommergibili e perde ogni giorno navi importanti e difficilmente rimpiazzabili (trasporti e petroliere, ma anche portaerei e navi da guerra, e in questa situazione a poco serve la vittoria di Tinian). In sostanza a fine ’44 l’idea è questa: la guerra, se non proprio finita, è irrimediabilmente persa per il Giappone.
Punti Conquista – Il punteggio relativo alle basi controllate sulla mappa è ormai a netto vantaggio degli Alleati: ne controllano 496 (per 12340 punti), contro le 396 basi controllate dal Giappone (per 10278 punti).
Punti Aviazione – Il punteggio guadagnato, relativo alle perdite aeree inflitte al nemico, è di 33428 punti per gli Alleati, di 12224 punti per il Giappone. Se a fine ’43, dati alla mano, il Giappone aveva perso più del doppio degli aerei rispetto agli Alleati, a fine ’44 il Giappone perde quasi il triplo degli aerei rispetto agli Alleati.
Punti Esercito – Distruzione di unità di terra: un dato rimasto sempre a netto vantaggio del Giappone in virtù delle tante unità alleate andate distrutte o catturate a inizio guerra. Il 1944 riequilibra la situazione con le tantissime unità giapponesi annientate in Nuova Guinea e nelle isole del Pacifico. 11074 punti per il Giappone, 13026 punti per gli Alleati.
Punti Marina – Il punteggio guadagnato, relativo ad affondamenti di unità navali, è a favore degli Alleati: 798 navi giapponesi affondate (per 11502 punti) contro 552 navi alleate affondate (per 6522 punti).
PUNTEGGIO
Japan Score: 40095 – Allied Score: 71493