Tirpitz 1/350 Academy

Questo kit Tirpitz della Academy risale, credo, ai primi anni 2000. Acquistato nel 2007, viene montato e dipinto nella chiglia e nella sezione di prua del ponte (con smalti Humbrol), quindi riposto nella scatola e accantonato in soffitta. Nel 2017 mi ricapita tra le mani, in concomitanza con un rinnovato desiderio di fare modellismo, e decido quindi di portare a termine il lavoro. C’è un problema… le parti montate nel lontano 2007 non hanno retto alle disattenzioni con cui il kit è stato riposto in soffitta e le eliche e il timone risultano irrimediabilmente spaccate. Anche la chiglia, già dipinta di rosso, presenta una profonda incrinatura. Per ovviare all’inconveniente decido di realizzare un diorama, una sezione di mare che mi permetterà di nascondere le parti compromesse. Non ho mai realizzato diorami, sarà quindi la mia prima volta. Anche su un altro aspetto del progetto vorrei che si trattasse di una prima volta; per la pittura decido di abbandonare gli smalti (che emanano cattivo odore e sono nocivi alla salute) in favore dei mai provati colori acrilici (a base acqua e inodori). La sezione di prua del ponte, che ovviamente non verrà coperta dal diorama mare, vede quindi rimossi gli smalti applicati nel 2007 grazie all’azione di un potente sgrassatore, uscendone come nuova e pronta a ricevere i colori acrilici.

Per realizzare una porzione di mare sufficiente a contenere la Tirpitz (di per sé lunga 80 cm perché in scala 1/350) utilizzo due pannelli di polistirolo incollati uno sull’altro; quello superiore viene incavato secondo la sagoma della chiglia, per potervi poi adagiare la nave fino alla sua linea di galleggiamento. Striscioline di polistirolo alte circa mezzo centimetro vengono quindi incollate sulla superficie, in ordine casuale e tutt’intorno all’incavo che ospiterà la nave, per dare movimento ad un pannello altrimenti troppo piatto e uniforme. Si passa ad applicare lo stucco (quello normale da muro). Adeguatamente diluito, lo stucco si insinua tra le striscioline di polistirolo generando fin da subito l’effetto “mosso”; un effetto di per sé già discreto, ma non ancora sufficientemente buono. Una volta asciugato lo stucco infatti, occorre dare una passata con carta vetrata, per eliminare le spigolature che ovviamente sul mare in natura non esistono, quindi applicare colla Vinavil, per coprire eventuali crepe e rendere liscia e lucida la superficie. A questo punto il mare è pronto per ricevere il colore.

Per il modellismo statico esistono oggi kit in plastica ottimamente realizzati, con incastri che quasi non necessitano di colla e con altissimi livelli di dettaglio. Il mio kit Academy del 2007 è poco preciso in alcuni incastri e meno dettagliato dei kit moderni; è da considerarsi a tutti gli effetti obsoleto. Nonostante questo, l’assemblaggio della nave non riserva sorprese e solo in alcuni punti si rende necessaria la rifinitura delle fessure con lo stucco (le cosiddette “stuccature”, per migliorare l’unione delle parti che non combaciano alla perfezione). La nave viene montata solo nelle sue sezioni principali, seguendo solo in parte le istruzioni presenti nel kit e tralasciando tutti i piccoli particolari che in fase di lavorazione possono risultare di fastidio. L’assemblaggio definitivo delle sezioni principali e l’aggiunta dei particolari vengono quindi rimandate a dopo la pittura.

L’utilizzo dei colori acrilici è una piacevole novità per chi ha sempre utilizzato gli smalti. In fase di colorazione sono sempre necessarie più mani, e inoltre è consigliabile per prima cosa utilizzare un primer in bomboletta spray, ma la resa finale è buona e non si avverte alcun cattivo odore. L’accortezza di aver montato solo le sezioni principali, tralasciando i piccoli particolari e rimandando l’assemblaggio definitivo della nave, rende poi il procedimento di pittura a pennello molto agevole. L’effetto camouflage tipico della Tirpitz, con i suoi grigi chiari e scuri, viene ottenuto con le mascherature a nastro adesivo. Ovviamente, molto più semplice si rivela la colorazione del mare; unica accortezza, ricreare la bianca schiuma generata dal moto della nave.

Arriva il momento di raccogliere i frutti di tanto lavoro. La nave prende forma dall’unione di tutte le sezioni principali (già dipinte) e si impreziosisce con l’aggiunta di tutti i piccoli particolari (anch’essi già dipinti). Non resta che adagiare la Tirpitz al suo posto, nella grossa voragine lasciata al centro del diorama mare. Qualche ritocco con pennello a punta “0”, il fissaggio dei cavi realizzati con filo nero di cotone, e il lavoro può considerarsi concluso. Nonostante fossi a digiuno di modellismo da oltre un decennio, e alla prima esperienza in assoluto per quanto riguarda la realizzazione di diorami, l’effetto finale è tutt’altro che da buttare. Considerando che nel modellismo non si finisce mai di imparare e di migliorare, per questa Tirpitz posso considerarmi soddisfatto.

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